Uno dei giochi di culto per gli appassionati di calcio, a quasi vent’anni dalla prima edizione l’ideatore racconta com’è nato.
Milioni di fan in tutto il mondo sono stati stregati da Football Manager, il videogioco iconico che permette di impersonare in tutto e per tutto un allenatore di calcio, un prodotto nato in modo particolare e diventato – forse contro ogni pronostico – uno dei migliori e più amati di tutti i tempi. L’anno scorso ha venduto sei milioni di copie, un risultato che forse neanche gli sviluppatori si sarebbero mai aspettati. Il successo non è una novità, comunque, dato che sin dalla sua prima edizione ha calamitato l’attenzione degli appassionati.
Era il 2004 quando fece il proprio debutto sugli scaffali dei negozi, da allora è diventato una creatura completamente differente. Non solo, perché numerosi allenatori nella vita reale hanno spiegato di essersi letteralmente formati attraverso ore e ore di gioco al PC – oltre ai tantissimi talenti scoperti dagli scout sparsi un po’ in tutto il globo. Di recente l’ideatore Miles Jacobson ha parlato dei motivi che l’hanno spinto a sfornare un prodotto del genere.
Football Manager, il creatore Miles Jacobson spiega com’è nata l’idea
All’inizio c’erano solamente cinque persone dietro Football Manager, ora il team si è allargato e se ne contano oltre 250. Per non parlare poi dei circa 1.300 ‘scout’ in giro per il mondo. Sono trascorsi quasi vent’anni dalla messa in commercio della prima edizione, i risultati raggiunti in tempi recenti hanno oltrepassato le più rosee aspettative.
Solamente l’anno scorso il gioco ha venduto sei milioni di copie, un’enormità se consideriamo che fino a poco tempo fa era ritenuto ‘di nicchia’. L’idea di dare la possibilità ai videogiocatori di prendere in mano la propria squadra del cuore – o qualsiasi altro club – e portarla sul tetto del mondo è venuta in mente a Miles Jacobson, che parlando ai microfoni della BBC ha raccontato di come all’epoca non avesse un pubblico di riferimento.
“Per come la vedo io, ho sempre pensato di creare un gioco che potesse piacere a me. L’unica cosa è che là fuori ci sono diversi milioni di persone che hanno i miei stessi gusti”, ha ammesso e poi parlando del ventesimo capitolo uscito da qualche giorno ha sottolineato: “Ogni anno cerchiamo di offrire il meglio, considerando che i videogiochi sono abbastanza costosi. La durata deve sempre giustificare quei 40 o 50€ spesi”.