Anche nel nostro Paese ultimamente sta avendo grande circolazione una truffa che gira su WhatsApp. Attenzione a non farsi ingannare.
Truffe a non finire: anche i social e le piattaforme di messaggistica istantanea come WhatsApp sono presi d’assalto dai truffatori della rete.
Anche sulla piattaforma acquisita da Meta nel 2014 proliferano i tentativi dei malintenzionati che mirano ad aggredire soprattutto i nostri conti in banca. L’elenco dei tentativi di truffa si allunga sempre più.
Dalla classica truffa del figlio (un finto messaggio di aiuto che mira a stabilire un contatto tra il truffatore e la vittima, che da lì in avanti si vedrà subissare di richieste, a partire dalle proprie credenziali bancarie) fino ai messaggi di phishing, negli ultimi tempi i cybertruffatori ci provano in tutte le maniere. L’ultima della serie è una finta offerta di lavoro, vediamo come funziona l’inganno.
Tutto parte da una presunta offerta di lavoro che perviene proprio attraverso WhatsApp. La vittima riceve un messaggio (in genere da un numero estero) dal truffatore, che si presenta nelle vesti di addetto delle risorse umane di qualche prestigiosa società (di solito Mercer, Hays, Deloitte o altri gruppi).
Inizialmente il messaggio è qualcosa del genere: «Hi, my name is Gina. I am a recruitment consultantfor MERCER. We have received your job application. Are you still looking for a job?». Chi dovesse rispondere dicendosi interessato riceverà una descrizione molto generica del lavoro da svolgere. L’esca infatti sta altrove, più precisamente nella retribuzione promessa (fin troppo generosa) che si aggirerebbe sui 10.000 -30.000 dollari per 30 giorni full time!
Una paga fin troppo allettante che in realtà è uno specchietto delle allodole per attirare l’attenzione. Già, perché successivamente – come hanno raccontato alcuni utenti truffati – segue il contatto da parte di una persona incaricata di seguire i lavori. Dopodiché cominciano ad arrivare le istruzioni lavorative (piuttosto semplici) e, dopo l’apertura e la configurazione di un portafogli per criptovalute (i truffatori forniscono il supporto tecnico), giungono perfino i primi pagamenti.
Le cose cominciano a prendere una piega diversa nei giorni successivi, quando gli utenti che hanno abboccato alla truffa si vedono chiedere di spostare denaro dal portafogli di criptovalute di recente creazione a un altro conto. La promessa è quella di ottenere guadagni superiori all’importo inviato. Inizialmente può capitare di ricevere effettivamente una cifra maggiore di quella versata. Ma da un certo momento in avanti tutti gli utenti che avevano spostato una cifra corposa (tra 5.000 e 7.000 dollari) non ricevono più nulla. Zero di zero: per sbloccare i pagamenti i truffatori chiedono altri soldi.
Si tratta di una truffa online conosciuta come task-based scam. Si basa quasi sempre su investimenti fraudolenti, che inizialmente esibiscono una parvenza di legittimità grazie ai lavoretti assegnati oltre al fatto di essere seguiti da una persona che appare un professionista serio, attento e affidabile. Gli esperti suggeriscono di troncare immediatamente ogni contatto e di non dare seguito a offerte come queste.
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